C’è l’accordo tra il tycoon cinese Li Ka-shing, proprietario della Hutchison Whampoa (compagnia che controlla 3 Italia), e la Wind di VimpelCom circa il futuro assetto manageriale delle attività italiane, che a questo punto paiono a un passo dalla fusione da lungo tempo ventilata.
Sarà Maximo Ibarra, il leader maximo di Wind, a guidare la nascente società unita; il manager 46enne sembra aver vinto la battaglia con Vincenzo Novari, l’omologo di 3 Italia, al quale dovrebbe comunque spettare un posto nel consiglio di amministrazione e un ruolo di ‘supervisione’ dell’attività in Italia per conto di Li Ka-shing.
A riportare la notizia è l’agenzia Usa Bloomberg; l’effetto si vede subito su ogni fronte mercato, con un fermento del comparto delle telecomunicazioni che spinge al rialzo Telecom Italia, fino a quel punto debole per la vicenda della banda larga e del piano del governo di affidarne lo sviluppo all’Enel.
Stando agli analisti, le compagnie di Tlc beneficierebbero della riduzione da quattro a tre degli operatori presenti sul mercato italiano (si consideri anche Vodafone), in un percorso simile a quanto accaduto in Germania, Irlanda e Austria. Ora, tra la società di Hong Kong e quella basata ad Amsterdam (ma russo-norvegese di capitali), restano da limare i rilevanti dettagli della struttura finanziaria dell’operazione. Una società fusa avrebbe oltre 30 milioni di clienti e ricavi pro forma di 6,4 miliardi di euro nel 2014: sarebbe il maggior operatore mobile nella Penisola per numero di clienti.
Le fonti dell’agenzia di stampa dicono che il passo dovrebbe essere compiuto nel giro dei prossimi tre mesi, ma resta l’importante scoglio della decisione sull’assetto azionario del futuro.