L’economia italiana, e quella europea in generale, dovrà anche tener conto pure dell’ incubo della deflazione cioè un abbassamento dei prezzi che non sarà un vantaggio per il consumatore, ma un segno di grave “malattia economica”. Attualmente il potere d’acquisto reale delle famiglie è fermo, così come la prospettiva di tredicesime infime.
Secondo quanto stimato dalla Cgia di Mestre, saranno poco più di 33 milioni, tra pensionati e lavoratori dipendenti, gli italiani che percepiranno quest’anno la tredicesima per un totale stimato intorno ai 37 miliardi di euro. È a rischio soprattutto la fascia dei lavoratori dipendenti delle piccole imprese.
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Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia, stima che “Nei primi nove mesi di quest’anno l’inflazione e gli adeguamenti retributivi dei lavoratori dipendenti sono aumentati in egual misura: se il costo della vita è cresciuto dell’1,3 per cento, l’indice di rivalutazione contrattuale Istat è salito dell’1,4 per cento. Pertanto, rispetto allo stesso periodo del 2012, il potere d’acquisto dei lavoratori è rimasto pressoché invariato”.
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Bortolussi spiega che se l’ importo delle tredicesime sarà pari a 37 miliardi di euro, “garantirà alle casse dell’Erario un gettito di oltre 9,5 miliardi di euro. Ci si augura che gran parte di questi 37 miliardi vengano spesi per rilanciare i consumi interni. Mai come in questo momento gli artigiani e i commercianti hanno bisogno di veder ripartire la domanda interna. Senza nessuna inversione di tendenza, anche questo Natale rischia di essere all’insegna del rigore, con ripercussioni molto negative sui bilanci dei lavoratori autonomi. Ricordo che per molte attività le vendite nel periodo natalizio incidono fino al 30/40 per cento del fatturato annuale”.