Il cosiddetto club delle triple A, cui aderiscono quei paesi che possono essere considerati appetibili dagli investitori, in base al giudizio complesso delle agenzie di rating, stanno diminuendo. Per colpa della crisi, adesso, molti stati non risultano più affidabili.
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È questo il risultato di una recente indagine condotta del Financial Times che parte dalla considerazione dei giudizi espressi da Standard&Poor’s, da Moody’s e da Fitch sui titoli disponibili legati agli stati presenti nel mondo.
► Il mappamondo economico del 2050
Ora il parco dei titoli affidabili si è assottigliato tantissimo e così dal valere 11 mila miliardi di dollari nel 2007, è sceso fino a 4 mila miliardi che è l’attuale valore. Questo si deve non tanto alla svalutazione dei titoli di stato quanto piuttosto alla fuoriuscita dal club della Tripla A, di 6 paesi su 10. La flessione del 60% in cinque anni, si lega alla crisi che ha messo in ginocchio anche colossi dell’economia mondiale come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia. Al giorno d’oggi, dunque, i paesi che hanno la tripla A sono rimasti soltanto in 9. La perdita di credibilità, ad ogni modo, ha subito un’accelerazione dall’agosto del 2011, mese segnato dal tracollo dell’Europa.
Da questa condizione possono trarre spunto soprattutto i paesi emergenti.