Tra le priorità di Ubi Banca non è contemplata una fusione. L’istituto punta tutto sul nuovo piano industriale, sondando la possibilità di fruire del fondo Atlante per vendere i suoi stock di sofferenze. Parola di Victor Massiah.
Il consigliere delegato ha aggiunto:
Il fondo, che abbiamo contribuito a far nascere, è utilizzabile con minor o maggiore efficacia in funzione della finalizzazione delle azioni governative dei nuovi decreti relativi all’accelerazione dei tempi di incasso dei crediti problematici. Sarà quello che detterà i nuovi prezzi di mercato e se vedremo una situazione più favorevole potremmo anche usare Atlante.
Tuttavia, il gruppo non ha ancora aperto il dossier relativo alle aggregazioni. Resta alla finestra in caso di eventuali occasioni, ma non vuole sovrapporre alcun pensiero a quello prioritario: il piano.
Non è un caso se l’istituto non figuri tra gli iscritti alla gara per le good bank. Massiah specifica che la posizione geografica non le bollava come “interessanti”.
Pertanto il focus rimane senza ombra di dubbio il piano industriale, anche perché la situazione attuale ha molti aspetti negativi per le banche retail: i tassi negativi, la crescita bassa del Prodotto interno lordo e la situazione regolamentare in evoluzione e complessa. Segnali che per Massiah portano a difficoltà. Questo ha portato inevitabilmente il management della banca a studiare un piano innovativo.
Massiah ha concluso:
Presenteremo ai nostri consigli una progettazione di banca unica, di passaggio da un modello federale a banca unica, però, allo stesso tempo, faremo ragionamenti di più ampio raggio su tutti i segmenti della clientela, cercando di capire come posizionarci in modo più profittevole sulla stessa o in modo più originale.