Ubs riduce la sua partecipazione in Carige. L’istituto svizzero è sceso sotto quota 5%, stando ai dati aggiornati allo scorso 14 novembre di quest’anno.
Secondo quanto riportato dalla Consob tra gli updates sulle partecipazioni più importanti, lo scorso 31 ottobre Ubs aveva in portafoglio una quota pari al 5,185% del capitale dell’istituto ligure. Adesso detiene il 4,897%.
La quota è posseduta in parte direttamente al servizio di un contratto prestatore-prestatario e in parte indirettamente in gestione non discrezionale del risparmio. Da settembre a oggi Ubs ha oscillato più volte nei confronti della soglia rilevante del 5% di Carige, alle prese con l’annunciato incremento di capitale da 500-650 milioni di euro, nell’ambito delle misure deliberate dal cda per coprire la carenza di capitale emersa nei test della Banca centrale europea, che forse partirà a marzo del prossimo anno.
Con la Fondazione Carige che non ha le risorse per sottoscrivere per intero la propria quota di aumento di capitale, l’ancora di salvataggio per la banca rimane l’ingresso di Andrea Bonomi e della sua Società Investindustrial. Addirittura in due modi, secondo alcune indiscrezioni di stampa, da un lato acquistando sul mercato titoli Carige, dall’altro accordandosi con la Fondazione. Nel contempo durante la scorsa settimana Carige ha selezionato le banche del consorzio di garanzia per l’incremento di capitale.
Il consorzio delle banche che hanno sottoscritto un pre-underwriting, è costituito, oltre che da Mediobanca che agisce come global coordinator e joint bookrunner, dai seguenti istituti: BofA Merrill Lynch, Credit Suisse, Deutsche Bank, JP Morgan e Unicredit Cib in qualità di co-global coordinators e joint bookrunners, mentre Banco Santander, Commerzbank e Nomura International agiranno come joint bookrunners. Banca Akros, Banca Aletti, Equita, Intermonte e Keefe, Bruyette & Woods, A Stifel Company saranno infine i co-lead Managers.