La settimana inizia al rialzo per gli indici americani. Il Dow Jones Industrial Average evidenzia un incremento dell’1% e lo S&P500 dello 0,75%. Molto positivi i dati macroeconomici pubblicati in giornata. Negli States la produzione industriale nel mese di febbraio è salita dello 0,6%, ben superiore rispetto alle nostre attese fissate per un incremento dello 0,2%. Riteniamo che questo dato possa confermare che l’economia americana potrà evidenziare una buona crescita soprattutto nel secondo trimestre 2014 dopo aver smaltito gli effetti delle terribili condizioni meteorologiche di dicembre/gennaio in alcune aree del Nord-est. Altro elemento che ha contribuito a sostenere gli acquisti è stato un lieve allentamento delle tensioni in Ucraina.
> La Banca Mondiale accelera sul prestito di 3 miliardi di dollari all’Ucraina
Al momento sia Stati Uniti che Unione Europea hanno deciso di prendere la strada delle sanzioni “soft” dopo la perentoria vittoria dei Russi nel referendum in Crimea dello scorso weekend. Crediamo che l’annuncio di forti sanzioni economiche contro la Russia avrebbe notevolmente aumentato i timori su un peggioramento della crisi, spiega in desk di Ig. La scelta di emettere sanzioni contro individui specifici sembra proprio l’intenzione di europei e americani di volere prendere tempo, valutando le possibili conseguenze di adottare provvedimenti “pesanti” contro il Governo di Mosca.
> L’Ucraina chiede aiuto all’occidente e propone riforme economiche
Dopo una corsa che non sembrava aver fine il cambio tra il dollaro statunitense e il rublo russo ha finalmente mostrato una flessione importante. Dal punto di vista fondamentale la discesa odierna è legata al calo delle tensioni per la crisi in Crimea. Tecnicamente la flessione puo’ essere considerata fisiologica data la situazione di “ipercomprato” in cui si erano venuti a ritrovare i principali oscillatori. Il dollaro/rublo al momento si attesta a 36,60, in calo di un punto percentuale rispetto ai valori di venerdì sera. Ricordiamo comunque come da inizio anni il cambio si sia rivalutato di quasi 11 punti percentuali.