Durante il secondo trimestre dell’anno in corso si registrano buone notizie provenienti dal Vecchio Continente per quanto riguarda il debito pubblico, che appare in calo. Non tutti, però, possono festeggiare questo risultato.
Nello specifico, il deficit dei Governi della zona euro è sceso attestandosi a 2% dal primo trimestre 2015 quando era al 2,1%. A comunicarlo è l’Eurostat spiegando che nella Ue a 28 è calato a 2,4%, dal 2,5% del periodo precedente. In discesa anche il debito pubblico complessivo che si attesta al 92,2% del Pil contro il 92,7% di gennaio-marzo. Nella Ue, invece, è calato da 88,1% a 87,8%.
Alla fine del secondo trimestre i titoli di debito ammontavano al 79,4% del debito pubblico della zona euro e all’81,1% del debito pubblico dell’intera Unione europea. I prestiti erano il 17,6% per la zona euro e il 14,8% per la Ue, valute e depositi pesavano per il 3% e il 4,1% rispettivamente. A causa del coinvolgimento dei governi europei nell’assistenza finanziaria di altri stati membri Ue, oggi eurostat pubblica anche i dati trimestrali sui prestiti intergovernativi. La loro quota rispetto al Pil alla fine del secondo trimestre era pari al 2,2% nella zona euro e all’1,6% nella Ue. Alla fine del primo trimestre era rispettivamente a quota 2,3% e 1,7%; alla fine del secondo trimestre 2014 era rispettivamente al 2,4% e all’1,8%.
I tassi più elevati del debito pubblico rispetto al pil alla fine del secondo trimestre 2015 si sono verificati in Grecia (167,8%), Italia (136%) e Portogallo (128,7%); tassi più bassi in Estonia (9,9%), Lussemburgo (21,9%) e Bulgaria (28,3%). Rispetto al secondo trimestre del 2014, 15 stati hanno registrato un calo del debito/pil, 12 un aumento, solo cipro è rimasta stabile. Le riduzioni più marcate si sono registrate in Irlanda (-12,5%), Grecia (-9,7%), Malta (-5,8%) e Lettonia (-5,7%); aumenti più elevate in Bulgaria (+8,1%), Austria (+4,2%), Croazia (+4%) e Finlandia (+3,9%).