Italia e Francia manterranno gli impegni presi sul bilancio? L’Unione europea ci spera e nel frattempo prova a convincere i due Paesi a modificare i ddl Stabilità 2015 prima che arrivino presso la Commissione europea a partire dalla prossima settimana per evitare che vengano respinti.
Proprio il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha fatto domanda al premier Matteo Renzi e al presidente francese François Hollande in colloqui privati a margine del vertice Ue sull’occupazione a Milano mercoledì scorso.
Roma e Parigi hanno gettato a Bruxelles un vero e proprio guanto da sfida, parlando di una rettifica del quadro macroeconomico che non contempla l’impegno di diminuire il deficit in termini strutturali. Entrambe ritengono che l’Europa dovrebbe concentrarsi sulla promozione degli investimenti e della crescita invece di spingere i suoi membri verso la crisi.
La Francia è la più lontana dall’obiettivo, e come noto si ripromette di limare il suo deficit al 4,3% del Pil il prossimo anno dal 4,4% del 2014 e si prende altri due anni fino al 2017 per scendere al limite del 3% indicato dal trattato Ue.
L’Italia, che ha stabilito l’obiettivo di deficit al 2,9% del Pil il prossimo anno, ha però procrastinato al 2017 il saldo di bilancio pari a zero in termini strutturali.
Gli esperti rivelano:
Per rispettare le richieste europee, l’Italia dovrebbe ridurre il deficit strutturale quasi a zero nel 2015 e raggiungere il pieno pareggio nel 2016. Ma questo significa fare una manovra correttiva fino a 35 miliardi già nel prossimo anno. L’impatto sulla crescita risulterebbe “negativo per 0,8 punti”, scrive il ministero dell’Economia nella Nota di aggiornamento al Def. I francesi sanno che sarebbe un sonoro schiaffo a Hollande, politicamente difficile da digerire, se la Commissione respingesse la legge di bilancio. Lo stesso vale per l’Italia.