Si è chiuso un altro anno disastroso per il comparto edile. Lo ha dichiarato l’istat, che ha certificato una caduta dell’11% in confronto al 2012 per ciò che concerne la media di produzione delle costruzioni. Il settore, dunque, fa registrare ancora un ‘profondo rosso’ in bilancia, con perdite che raggiungono la doppia cifra. Nel 2012 si parlava già di un -13%.
Il piccolo +1,3% di dicembre, dunque, è servito a poco. Il trend rimane dunque molto negativo. Già il 2012 era stato un anno ‘nerissimo’ per le costruzioni.Un anno che ha fatto registrare alti momenti di crisi nella crisi. Dal suo inizio i posti di lavoro persi sono già più di 500.000, e con i settori collegati salgono a 700.000.
Quasi quindicimila, in tutto ciò, sono le imprese fallite di un settore che rasenta il baratro. Investimenti bassi anche nel 2013, per il sesto anno di fila in termini di caduta. Il calo complessivo è del 29%.
Le imprese delle costruzioni che da inizio crisi hanno chiuso i battenti rappresentano il 23% dei fallimenti registrati in tutti i settori economici.
Nel 2013 la caduta è stata più alta di cinque punti in percentuale rispetto a quanto stimato nel 2012. Tutto ciò è accaduto malgrado l’effetto positivo degli interventi del governo su incentivi fiscali e debiti della Pubblica amministrazione.
E per il 2014? Appaiono due gli scenari possibili tracciati dall’associazione dei costruttori: senza politiche per il settore gli investimenti continueranno a calare del 4,3%, e ciò significherà che in sette anni le costruzioni avranno perso investimenti per 59,3 miliardi, il 32,1%. Se così dovesse essere il settore edile volgerà verso il tramonto.