Quando si acquista una prima casa, per avere i benefici fiscali legati all’imposta di registro, alle imposte catastali e quant’altro, è necessario trasferire entro 18 mesi la residenza nell’abitazione acquistata. Ci sono dei casi, quindi, in cui è possibile perdere i suddetti benefici.
►Le agevolazioni sulla casa ottenuta in successione
Abbiamo visto in passato il caso della falsa dichiarazione dell’ufficiale preposto al controllo dell’effettiva residenza dei cittadini. Adesso passiamo in rassegna un caso più frequente: la dimenticanza. Che c’entra la memoria con il fisco?
Per parafrasare un noto adagio potremmo dire che chi non ha buon testa ha un buon portafoglio. In pratica, l’Erario, ha ricordato in questi giorni che per evitare di perdere i benefici fiscali legati all’acquisto della prima casa, è necessario trasferire ufficialmente la residenza anagrafica nel Comune e nelle casa comprata.
►Non basta la bolletta dell’elettricità per dimostrare la residenza
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 6834 del 19 marzo scorso, ha ricordato che l’aver dimenticato di trasferire la residenza, non è una prova sufficiente per non perdere i benefici fiscali già elencati. In pratica non è sufficiente trasferirsi “di fatto” nell’abitazione, ma è necessaria la conferma “burocratica” del cambio di residenza.
La dimenticanza non è ammessa in nessun caso, anche se alla prova dei fatti i contribuenti abitavano nella casa, non avendo una notifica dell’amministrazione comunale, sono stati costretti a rinunciare ai benefici.