Costerà all’ incirca 10 miliardi il piano di crescita che il nuovo esecutivo avrebbe intenzione di varare, sulla base delle indicazioni programmatiche di governo rese note nei giorni scorsi.
Almeno 7-8 miliardi, infatti, dei 10 preventivati sarebbero utili alla copertura di quel progetto di neutralizzazione fiscale secondo il quale verranno riveste nei prossimi mesi le principali tasse italiane, ovvero l’ Imposta Municipale, l’Iva e la Tares, tanto per cominciare. Nonché il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga.
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Per questo motivo, cioè per trovare le risorse necessarie a portare avanti il piano, il Governo Letta avrebbe intenzione di chiedere all’Unione Europea nei prossimi giorni – domani e giovedì gli incontri con Barroso e Van Rompuy a Bruxelles – una proroga di due anni della chiusura della procedura per deficit eccessivo, cioè per il rientro sotto il tetto del 3 per cento del deficit- PIL.
Altri Paesi europei, del resto, come Spagna e Francia, hanno già optato per questa possibilità.
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A Bruxelles, tuttavia, con la possibilità di osservare la situazione italiana dall’esterno, il pacchetto dei dieci punti programmatici del nuovo governo sembra di primo acchito piuttosto incompatibile con la promessa di mantenere gli impegni sui conti italiani. Ma la vera risposta dell’UE si saprà solo a fine maggio.