Si sente spesso parlare di crediti in sofferenza o, più semplicemente di sofferenze bancarie. Si tratta di uno dei più recenti fenomeni del nostro mondo del credito e della finanza. In Italia, infatti, i crediti erogati dalle banche che ancora non hanno trovato risoluzione, secondo le ultime stime della Banca d’Italia, ammontano al 22 – 23 per cento.
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Le sofferenze bancarie, quindi, costituiscono oggi uno degli importanti rovesci della medaglia di quella morsa del credito – credit crunch – che induce gli istituti bancari a non concedere più prestiti e finanziamenti a cuor leggero per non assumere altri rischi. E per dimostrare quanto questa situazione sia reale arriva una notizia in tema proprio da uno dei più grandi gruppi bancari del nostro paese, Unicredit.
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Il gruppo Unicredit ha infatti recentemente stretto un accordo con la società Cerberus European Investments per la cessione pro soluto di 950 milioni di euro di crediti in sofferenza. Il bottino delle sofferenze di Unicredit deriva in massima parte da contratti di credito al consumo e prestiti personali.
L’Istituto ha inoltre precisato in una nota che l’intero portafoglio oggetto della cessione deriva da contratti di finanziamento regolati dal diritto italiano che hanno un coverage superiore al 90 per cento.
Sempre la nota emessa dall’istituto spiega le ragioni di questa consistente operazione. La cessione a Cerberus dei crediti insoluti fa parte della attuale strategia del gruppo, finalizzata al rafforzamento del profilo di credito della banca. L’operazione verrà ratificata entro la fine del mese di febbraio 2014.