Gli operatori apprezzano il nuovo piano industriale della Banca. Lo scorso 2013 è stato l’anno del cambiamento per Unicredit, secondo il pensiero dell’Ad Federico Ghizzoni. L’esercizio si è concluso con una deflusso record di 14 miliardi di euro in scia al maxi riordino di bilancio che ha portato a 9,3 miliardi di euro di rettifiche di valore sugli avviamenti e a 7,2 miliardi aggiuntivi di accantonamenti su crediti. Il segnale positivo è stata l’inversione di tendenza del margine operativo lordo, che nel quarto trimestre è cresciuto del 2,7% a 2,1 miliardi. Il mercato ha apprezzato soprattutto il nuovo piano strategico di Unicredit, che si pone l’obiettivo di realizzare profi tti per 2 miliardi di euro nel 2014 e per 6,6 miliardi nel 2018.
> Unicredit, un pessimo 2013 a causa delle svalutazioni degli avviamenti
La banca milanese ha inoltre annunciato la quotazione di Fineco, che dovrebbe avvenire già nella prima parte del 2014. Secondo gli analisti di Rbs bank, il collocamento di una quota del 25-30% della controllata attiva nell’internet banking permetterebbe a Unicredit di incassare oltre 500 milioni di euro. Nell’arco di piano la banca continuerà nel rigoroso programma di contenimento dei costi, anche attraverso una riduzione dell’organico di 8.500 dipendenti entro il 2018, di cui oltre 5.700 in Italia.
A Piazza Affari il titolo Unicredit negli ultimi dodici mesi ha mostrato un balzo di circa 75 punti percentuali, mentre da inizio 2014 il rialzo sfi ora il 14% grazie a un marzo particolarmente brillante per il comparto bancario italiano. A sostenere il settore il costante calo dei rendimenti sui titoli di Stato nazionali e le recenti prese di posizione della Bce. Oltre all’Ipo di Fineco, secondo la stampa internazionale Unicredit starebbe pensando anche alla quotazione di Pioneer, la sua divisione attiva nell’asset management che potrebbe essere valutata tra i 2 e i 3 miliardi di euro.