Unicredit attende i conti del semestre e, nel frattempo, lavora al riassetto che porterebbe ad eliminare la figura del direttore generale. Il dossier che mira ad una organizzazione più leggera, verrà discusso dal board di amministrazione a partire da mercoledì 5 agosto.
Il board licenzierà anche la semestrale. Nello specifico per il secondo trimestre il consensus (la stima è di 22 analisti) vede un utile in rialzo del 12,4% a 453 milioni di euro. Il primo trimestre si è chiuso con un risultato di 512 milioni. Il periodo gennaio-febbraio potrebbe sfiorare quindi il miliardo. Per l’intero anno la previsione è di 2,25 miliardi di euro.
Relativamente alla nuova tappa nella semplificazione organizzativa l’istituto è da tempo impegnato in questo senso. Già dal 2010 con il piano One4C e poi con Open nel 2014. Un processo che si intreccia con i ritocchi in corso al piano industriale al 2018. Una messa a punto, quest’ultima, che avverrà entro l’anno e che è incentrata su misure relative al contenimento dei costi e il rilancio sul fronte dei ricavi.
Piazza Gae Aulenti nel piano strategico quinquennale, presentato a marzo dello scorso anno, ha fissato un obiettivo di 6,6 miliardi di euro di utile netto per il 2018, con un rendimento del patrimonio netto tangibile del 13% e previsti anche investimenti per 4,5 miliardi e 1,3 miliardi di risparmi sui costi, anche mediante la diminuzione dell’organico.
Per ciò che concerne la semplificazione della struttura questa porterebbe all’uscita di Roberto Nicastro, da 18 anni nel gruppo. Il diretto interessato non conferma né smentisce. Per lui, comunque, sarebbero già pronte nuove sfide con alcune proposte arrivate da istituti internazionali e non. Il suo nome, peraltro, è emerso per la successione a Fabio Gallia (approdato in Cdp) come a.d di Bnl.