Il Giappone è sempre osservato con riverenza e con curiosità da chi si affaccia sul mondo del lavoro. In genere si pensa a quanto lavorino i giapponesi e alla loro capacità di essere imperturbabili rispetto alle tragedie. Si vedano le reazioni ai terremoti. Da questo paese arriva una nuova proposta sulla settimana lavorativa, fatta da Uniqlo.
Lavorare meno giorni vuol dire avere un fine settimana più lungo, tre giornate invece che due. Questo consente a chi una famiglia di dedicarsi maggiormente agli affetti. Naturalmente, quello delle tre giornate di relax è un obiettivo che si raggiunge non senza fatica.
> Sempre più telelavoro, sempre meno uffici
Uniqlo che è una casa di abbigliamento, introduce questo progetto pilota che consente ai dipendenti di scegliere di allungare il fine settimana a tre giorni, in cambio di un orario di lavoro esteso da 8 a 10 ore. Una mossa per attirare manodopera e consentire la cura dei familiari.
Una vera rivoluzione culturale che parte dalla consapevolezza dell’invecchiamento della popolazione. Ecco come riassume tutto Repubblica.it:
Il progetto pilota riguarderà 10mila dipendenti a tempo pieno in vari negozi in Giappone, ma se funzionerà si potrà estendere anche agli uffici. La società ha spiegato la mossa con la necessità di liberare più giorni per i migliori dipendenti, che spesso devono fare richiesta di part time per prendersi cura dei familiari: un bisogno di molti, in un Paese dalla struttura demografica spostata verso la tarda età. La scarsità di manodopera è recentemente arrivata a livelli record, e d’altra parte il Giappone è un Paese con la disoccupazione sotto il 4%. Alle donne, poi, sono affidati compiti di cura domestica spesso molto onerosi, che impediscono un vero e continuativo impegno professionale.
Sarebbe possibile anche nel nostro Paese? In fondo l’invecchiamento della popolazione ci unisce al Giappone.