Nella ricerca della sostenibilità della ripresa gli Usa stanno sforzandosi molto. Per comprendere quando e se la ripresa arriverà occorre esaminare l’indebitamento delle famiglie e quello pubblico. Su entrambi i fronti è necessario sottolineare che i progressi sono tanti.
Il debito delle famiglie è sceso di 18 punti di Prodotto interno lordo in confronto ai massimi precedenti alla crisi. Il debito pubblico anche se non è ancora calato ha fatto registrare una riduzione dei disavanzi nettamente in sede di Pil.
Questa settimana occorre guardare alla posizione finanziaria dell’altro grande attore: l’operatore chiamato ‘impresa‘. Occorre guardare all’equilibrio tra quel che le imprese hanno a disposizione (ovvero il capitale da ammortare e gli utili non distribuiti) e ciò che le imprese investono sia in termini di costruzioni, che di macchinari e software, sia per le scorte.
Generalmente le imprese mantengono una posizione finanziaria passiva. In una economia ben temperata le famiglie risparmiano e mettono il loro risparmio a disposizione delle imprese per investire. Ma negli anni recenti, in America questa normalità era stata abbandonata.
I forti profitti delle imprese avevano portato ad una distanza finanziaria negativa. Un gap con il segno ‘meno’. L’atuofinanziamento era superiore all’esigenza di investimenti, riflettendo profitti ai massimi storici e investimenti poco utili.
Il grafico mostra l’evoluzione del financial gap nel dopoguerra. Si vede come questo divario è rimasto per la maggior parte del tempo fisiologicamente positivo, salvo diventare fortemente negativo nel periodo della grande recessione, quando crollarono gli investimenti.
Oggi, stando agli ultimi dati (ovvero quelli del terzo trimestre dello scorso anno), la situazione va lentamente normalizzandosi.