Due le notizie più importanti, quando siamo giunti a metà agosto: la prima concerne la BoE. Il governatore Mark Carney ha ridotto il costo del denaro portandolo dallo 0,5% al nuovo minimo storico dello 0,25%: è la prima sforbiciata dal 2009.
Ampliato anche il programma di stimolo all’economia: il piano di acquisto di titoli di Stato è stato portato da 375 a 435 miliardi di sterline. Al contempo verrà avviato l’acquisto fino a diecimiliardi di sterline di debito societario di alta qualità e un altro, con un valore potenziale paria 100 miliardi di sterline, per assicurare il credito bancario a seguito del taglio dei tassi di interesse. Secondo la BoE “l’outlook economico si è significativamente indebolito”.
La seconda notizia riguarda il rapporto sull’occupazione americana a luglio: ed è una buona notizia perché le aziende a stelle e strisce hanno creato molti più posti di lavoro rispetto alle attese, cosa che segnala una ripresa dello slancio del mercato dell’occupazione negli Stati Uniti dopo le incertezze dei mesi precedenti.
A luglio sono stati creati 255.000 posti di lavoro mentre gli analisti si aspettavano un incremento di 179.000 Unità. Come riferito dal Dipartimento al Lavoro, il tasso di disoccupazione è rimasto al 4,9%, mentre gli analisti attendevano un dato in calo al 4,8%: di fatto è aumentata la partecipazione al mondo del lavoro. Se il trend venisse confermato a inizio settembre, la Fed potrebbe accelerare il rialzo dei tassi. Stando ai future sui Fed Funds, usati dagli investitori per scommettere sulle mosse della Banca centrale Usa, le probabilità di un rialzo dei tassi a settembre e a dicembre sono rispettivamente al 12% e al 39%. Charles Evans, numero uno della Fed di Chicago, ha dichiarato che un rialzo dei tassi potrebbe essere appropriato quest’anno, ma che preferirebbe non vederne nessuno fino a quando l’inflazione non salirà più vigorosamente.