Le Borse europee confermano il trend al rialzo, contando sul dato riguardante il Pil Usa del quarto trimestre apparso in crescita in confronto alle aspettative e sull’iniziale rimbalzo di Wall Street.
L’economia statunitense fa registrare una crescita pari al’1%: il Dipartimento del Commercio ha rivisto al rialzo la stima sul Pil. Inizialmente si prevedeva una crescita pari allo 0,7%.
Il dato è superiore alle attese degli analisti, che scommettevano su un aumento dello 0,4%. Il dato sarà al centro dei colloqui del G20 al via oggi proprio a Shanghai da dove l’Ocse ha chiesto all’Italia più sforzi per combattere la disoccupazione: Fmi e Germania, però,sono concordi nel chiedere più riforme strutturali.
A condizionare l’andamento dei mercati è – come ieri – il petrolio che si attesta sopra i 33 dollari al barile il pezzo del greggio Wti che ieri aveva registrato il più forte incremento settimanale dal mese di agosto arrivando a 33,07 dollari in chiusura. I contratti sul greggio Wti con scadenza ad aprile passano di mano a 33,6 dollari; il Brent scende a 35,29 centesimi al barile con un calo di 9 centesimi. A mettere il turbo alle quotazioni del greggio sono state le dichiarazioni del ministro petrolifero del Venezuela, Eulogio Del Pino, che ha annunciato un incontro per metà marzo con i colleghi di Russia, Arabia saudita e Qatar per discutere su come stabilizzare i prezzi.
Il mercato torna dunque a sperare in una soluzione ma non è escluso che resti deluso: solo martedì il ministro petrolifero di Riad, da Houston (Texas) aveva escluso un taglio alla produzione. Inverte la rotta e cala l’oro, anche se si avvia a chiudere il mese più redditizio (+11%) da tre anni. Il lingotto con consegna immediata tratta a 1.214 dollari l’oncia (-2%).