Il Credito Bergamasco, istituto ormai vicinissimo ad essere inglobato dal Banco Popolare, ha concluso il 2013 con utile e raccolta diretta in calo. L’utile netto, come si evince dalla diffusione dei risultati comunicati dalla stessa banca, si è aggirato intorno agli 11,4 milioni (-81,6%). La banca riporta anche il dato sull’utile netto “ricorrente”, diminuito del 20,5%, a 43,9 milioni.
Gli impieghi alla clientela sono invece calati del 2,9%, a 11,502 miliardi. Per quanto riguarda la raccolta diretta, invece, essa ha registrato una flessione del 5,%, a 9,338 miliardi. I proventi operativi sono calati del 6,7%, a 520,6 milioni.
Il Tier 1 capital ratio a fine dicembre era uguale al 26,88%, in aumento netto in confronto al 25,32% di un anno prima. All’assemblea degli azionisti, chiamati a rapporto per il prossimo 28 marzo 2014, verrà proposto un dividendo di 0,55 euro per azione. Ci saranno dunque dei dividendi da distribuire, malgrado gli utili in calo netto.
Il Credito Bergamasco ha voluto evidenziare che la redditività del quarto trimestre è stata penalizzata da una serie di fattori non ricorrenti. Nello specifico, gli oneri della definizione in via extragiudiziale della vertenza con l’Agenzia delle Entrate nei confronti di operatività svolte dalla partecipata Banca Aletti sino all’esercizio 2010 e gli accantonamenti a fronte di oneri per nuovi fondi di solidarietà e per incentivazioni all’esodo del personale.
Il 25 novembre scorso, il Banco Popolare ha voluto approvare il progetto di fusione per incorporazione di Creberg e Banca Italease. Per quanto concerne Creberg, controllata al 77,4% (secondo il sito Consob), il progetto di fusione ha stabilito un concambio di 11,5 azioni di Banco Popolare per ogni azione del Credito Bergamasco.