Abolito il finanziamento pubblico ai partiti, chi stanzierà i fondi? I privati, ma attenzione alle nuove regole. Il ministro Quagliarello ha parlato di un tetto massimo dei versamenti individuali che andranno ai partiti. Il tetto sarà di 61 milioni di euro, dunque un terzo in meno rispetto al finanziamento attuale.
Ciò avverrà soltanto se tutti decideranno di dare soldi ai partiti: “Non vogliamo far rientrare dalla finestra quello che esce dalla porta”, ha spiegato il ministro, specifcando in particolare che ogni finanziamento deve essere traciato e certificato. Ci sarà il massimo della trasparenza», assicura Quagliariello. Non vi potranno essere contributi anonimi, inoltre.
Quagliariello specifica che non si tratta di una legge contro i partiti, é un finanziamento indiretto.
I partiti sono parte della democrazia. La democrazia ha un costo e per questo» per esempio sono previsti «sgravi sulle sedi» dei partiti.
“Presentiamo questa legge con orgoglio”, ha concluso il ministro.
A regime dal 2016
Il sistema di regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici inizierà pertanto 2014, ma andrà a regime soltanto due anni dopo.
Solo a giugno 2015 gli italiani saranno infatti chiamati a dichiarare i propri redditi relativi al 2014. A quel punto saranno necessari altri mesi per permettere all’Erario di stabilire l’ammontare esatto della quota del 2 x 1000 da destinare a ciascun partito politico. Fino a questo momento, e quindi in via transitoria, a tutti i partiti è riconosciuto il taglio: del 40% nel primo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge; del 50% nel secondo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge; del 60% nel terzo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge. Con il quarto esercizio finanziario successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge il finanziamento termina.