Nessuno stabilimento chiuso e nessun taglio ai salari. L’accordo raggiunto tra sindacati ed azienda prevede una riduzione del costo del lavoro sostenuta dai contratti di solidarietà, la riduzione del 60% dei permessi sindacali, il passaggio da 10 a 5 minuti della pausa di lavoro nello stabilimento di Porcia. Inoltre cassa integrazione straordinaria e uscite incentivate volontarie o prepensionamenti.
L’azienda si è impegnata in un piano industriale che garantisce investimenti per 150 milioni e produzioni per tutti gli stabilimenti italiani; da parte del governo la decontribuzione a sostegno del piano industriale e fondi per favorire la competitività. Per lo stabilimento di Porcia, per cui la Regione Friuli Venezia Giulia mette a disposizione sgravi Irap e defiscalizzaizone dei contratti di solidarietà, c’è la promessa al riassorbimento di 150 esuberi, con iniziative interne e l’intervento di un imprenditore che vuole stabilirsi nelle aree dismesse del sito.
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L’ipotesi di accordo verrà trasposta in un testo definitivo al ministero dello Sviluppo economico, a un tavolo a cui parteciperanno i presidenti delle Regioni interessate, cioè Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Emilia Romagna, oltre a sindacati (tra cui i leader di Fiom, Fim e Uilm), il ministro Guidi, il viceministro De Vincenti e il sottosegretario al Lavoro Bellanova. I punti da affrontare saranno il piano sociale e gli incentivi all’esodo e la parte inerente all’aumento delle velocità della produzione.
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«Nella vicenda Elecrolux – ha detto Guidi due giorni fa – ognuno sta facendo bene la sua parte: un segnale importante per rilanciare l’industria in Italia».