Spesso e volentieri si parla di cattivi rapporti tra contribuenti e fisco? Ma è davvero così? Le interazioni non sono sempre negative, anche in virtù dell’applicazione di normative quali ad esempio la Voluntary disclosure.
Non sono rari i casi in cui vengono menzionate alcune prassi quali il ravvedimento operoso, la adesione. Accanto ad esse si parla inoltre di leggi più semplici e vantaggiose in maniera tale da far rientrare capitali illegittimamente detenuti all’estero.
Appare opportuno ricordar una cosa: non sempre chi sbaglia è un evasore consapevole. Anzi, talvolta è sufficiente un calcolo errato, una convinzione troppo “personalizzata” della norma o poca dimestichezza con la burocrazia per finire dalla parte sbagliata, ed essere bersaglio delle attenzioni dell’amministrazione fiscale. Spesso le conseguenze sono molto pesanti.
Per tale genere di contribuenti ora le cose sono migliorate. Ma è necessaria una nuova educazione da impartire ai cittadini e, principalmente, ai contribuenti vecchi e nuovi. In giro ci sono degli esempi che si possono tenere in considerazione.
Ad esempio, di recente l’Agenzia delle Entrate di Trento ha organizzato nella Sala della cooperazione un convegno su questi temi. Di “nuova filosofia nel rapporto tra cittadini e fisco” ha parlato Eduardo Ursilli, vice direttore nazionale dell’Agenzia delle Entrate. Assume particolare rilievo la disciplina della “voluntary disclosure”.
La voluntary disclosure nello specifico è una norma che consente di regolarizzare i capitali irregolarmente detenuti fuori dai confini del Paese. La Cooperazione Trentina collabora all’organizzazione. Tuttavia è necessario fare attenzione. Potrebbe essere l’ultima chiamata. Se il contribuente decide di continuare a nascondersi al fisco, la mannaia potrebbe essere molto pesante. «Prossimamente – ha avvertito Andrea Porcelli, funzionario dell’Ufficio Casse Rurali della Federazione, i flussi di informazioni saranno continui, le amministrazioni fiscali potranno acquisire i dati direttamente dagli intermediari finanziari». Come dire, chiuso lo spazio del ravvedimento, si apre quello delle aule di tribunale.